ADHD e sonno
Il sonno è una condizione fisiologica necessaria affinché il nostro corpo e la nostra mente si rigenerino ogni giorno.
E’ inteso come un vero e proprio comportamento indispensabile per la vita, alla stregua di alimentarsi e riprodursi.
Le moderne tecniche elettrofisiologie hanno permesso di rilevare in maniera oggettiva cosa succede durante la fase del sonno, opposta a quella di veglia, ma entrambi facenti parte di un ciclo chiamato ritmo circadiano.
Ciò che è stato scoperto è che il cervello e i neuroni lavorano forse anche di più nella fase di sonno rispetto a quando si è svegli.
Mentre si dorme il corpo va incontro a delle modifiche quali abbassamento della temperatura corporea, diminuzione dei battiti cardiaci e valori della pressione sanguigna, regolazione ormonale, respirazione più lenta, variazione dell’attività cerebrale.
In base all’età la qualità e la quantità del sonno cambia.
Esistono due tipi di sonno:
- nonREM (costituisce il 75-80% del sonno)
- REM (rapid eye movement – è così denominato per la caratteristica presenza di movimenti oculari rapidi. Si verifica per il 20-25% della durata del sonno ed è quella in cui avvengono i sogni. E’ molto importante questa fase per le funzioni cognitive in quanto potenzia la memoria e la capacità di concentrazione e verrebbero attivate tutte le capacità intellettive giornaliere tipiche)
Come possono correlarsi ADHD e SONNO?
Le caratteristiche dell’ADHD spesso portano l’individuo ad avere problematiche relative all’addormentamento e più in generale con il sonno.
Già nel ‘900 sono stati correlati i due disturbi a tal punto che si parlava dell’ADHD come disturbo delle 24h.
Secondo alcune considerazioni i problemi del sonno infantile potrebbero essere addirittura dei predittori dell’ADHD.
Lo scorretto apporto di ore di sonno nel ritmo di un bambino può ripercuotersi sulla memoria, sul controllo inibitorio, sulla sfera cognitiva e affettiva già abbastanza compromesse nell’ADHD. La corteccia prefrontale e frontale (sede responsabile dell’ADHD), si svilupperebbero proprio durante la fase pre scolare e disturbi del sonno in questo periodo potrebbero determinare rallentamenti di tale sviluppo.
Oltre alle tecniche elettrofisiologiche, è risultata di grande importanza l’analisi e la misurazione del numero di risvegli e microrisvegli (arousal). Per un corretto sviluppo della corteccia infatti, è indispensabile valutare l’attività delle onde lente che si sviluppano durante il sonno profondo sotto forma di SWA (slow wave activity). Il mapping sulla potenza delle SWA in bambini con ADHD mostra una loro maggiore localizzazione nelle aree centrali rispetto a quelle anteriori (più tipiche nei bambini con sviluppo tipico), a riprova di un possibile ritardo maturativo.
L’alterazione del sonno può ripercuotersi sul normale sviluppo delle SWA a causa anche dell’aumento di arousal.
Uno dei libri più recenti e completi sul tema della correlazione tra ADHD e SONNO è “Sleep and ADHD” di Hiscock e Sciberras (2019) in cui in maniera trasversale si analizza la relazione fra i due.
E’ evidente da studi condotti, che bambini con ADHD abbiano deficit del sonno con criteri soggettivi quali resistenza a coricarsi, risvegli notturni, sonnolenza diurna e criteri oggettivi valutati attraverso strumenti di polisonnografia.
La scarsa qualità e la breve durata delle ore di sonno è stata riscontrata anche da un declino della performance di alcuni test utilizzati per l’assessment dell’ADHD quali “CPT” (Continuous Performance Test) e “Go no Go”. Infatti, aumentate le ore di sonno aumentavano le prestazioni a questi test.
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Bibliografia
Hiscock, H., Sciberras, E. (2019). Sleep and ADHD: an evidence-based guide to assessment and treatment. Amsterdam: Elsevier.
Cassoff J, Wiebe ST, Gruber R. (2012). Sleep patterns and the risk for ADHD: a review. Nat Sci Sleep, 4:73-80.
Tesfaye R, Gruber R. (2017). The Association between Sleep and Theory of Mind in School Aged Children with ADHD. Med Sci (Basel), 5(3).
Articolo scritto da:
Dott.ssa Letizia Lo Cascio